Dsa e difficoltà scolastiche

“Dsa: l’apprendimento è la locomotiva dello sviluppo”

Lev Vygotskij


Dsa: l'apprendimento è la locomotiva dello sviluppo

Disturbi specifici dell’apprendimento


Spesso la scuola diventa il luogo fisico e simbolico dove il bambino e il ragazzo agiscono il proprio malessere attraverso comportamenti talvolta esplosivi e talvolta più silenziosi che destano, comunque, preoccupazione. “Non si impegna abbastanza”, “E’ distratto e con la testa sulle nuvole tutto il tempo” “E’ sempre arrabbiato” “Isolato dai compagni” “Sembra sempre triste” “E’ brillante in alcuni momenti ma totalmente assente in altri”. Questi sono i pensieri e le parole che spesso gli insegnanti e i genitori ci riportano nei primi colloqui alla ricerca di un senso e di un aiuto.

La scuola


Andare male a scuola non sempre è conseguenza di una difficoltà specifica che influenza le abilità sottese all’apprendimento. Infatti, lo stesso comportamento può essere espressione di vissuti molto diversi che vanno compresi nella loro unicità e complessità perché diverse possono essere le ragioni che di fatto producono quelle che vengono classificate generalmente come difficoltà scolastiche. Spesso però, non riuscire ad ottenere buone prestazioni scolastiche o sperimentare malessere fisico e psicologico durante le ore di scuole o mettere in atto comportamenti aggressivi o evitanti può segnalare la presenza di un disturbo specifico dell’apprendimento o di difficoltà cognitive che influenzano il rendimento e l’autostima del bambino.

Dsa


Come sostiene Vygotskij, celebre psicologo e pedagogo d’inizio novecento, l’apprendimento è la locomotiva dello sviluppo ed è proprio per tale ragione che questo aspetto riveste un’importanza centrale nell’età evolutiva di ciascun individuo. Saper individuare e riconoscere le diverse strade che conducono ad esso, significa dunque offrire maggiori possibilità d’apprendimento assecondandolo in modo razionale e flessibile. I bambini con disturbo specifico dell’apprendimento, a fronte di un livello cognitivo nella norma, vivono sempre con grande fatica tutti i compiti che implicano la capacità di leggere (dislessia), di scrivere (disgrafia e disortografia) e di fare i calcoli (discalculia). Queste abilità che con la crescita diventano operazioni naturali che richiedono un basso investimento di energia, nel disturbo di apprendimento rimangono sempre operazioni molto impegnative perché non vanno incontro ad un processo di automatizzazione. Considerato che il mondo scuola si fonda, attualmente, su queste capacità, le difficoltà specifiche possono generare nel bambino la sensazione e la convinzione di non valere abbastanza e di non essere alla pari con i compagni instaurando un senso interno di insicurezza e inadeguatezza costante. Anche gli adulti di riferimento possono sperimentare sentimenti di frustrazione e inadeguatezza non riuscendo a trovare un canale giusto per supportarli.


Come procediamo in questi casi?

Conoscenza
  • Colloqui con i genitori
  • Incontri con il bambino o il ragazzo
Valutazione
  • Del funzionamento cognitivo
  • Del funzionamento emotivo-relazionale
  • Degli apprendimenti (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia)
Intervento

In base a quello che emerge dalle fasi di conoscenza e di valutazione possono essere considerati singolarmente o in parallelo diversi percorsi, tutti volti a mettere in moto quella locomotiva dello sviluppo che è l’apprendimento.

  • Trattamento e riabilitazione: lo psicologo incontra il bambino o il ragazzo una o due volte a settimana per svolgere attività volte a potenziare le abilità coinvolte (lettura, scrittura, calcolo, memoria, attenzione, metacognizione) all’interno di una relazione e di un contesto che gli faccia sperimentare sicurezza e che stimoli l’autoefficacia.
  • Tutor didattico: il tutor didattico è una figura professionale specializzata nel promuovere l’autonomia scolastica attraverso l’affiancamento nello svolgimento dei compiti pomeridiani del bambino o del ragazzo nel suo contesto abituale di studio. L’obiettivo del lavoro con il tutor è quello di trovare le migliori strategie di gestione ed esecuzione del carico scolastico sfruttando il personale stile di apprendimento. 
  • Incontri con la scuola: uno degli obiettivi di un buon percorso di cambiamento deve mirare a creare una rete di collaborazione tra scuola, famiglia e clinico al fine di condividere una linea comune che possa permettere al bambino o al ragazzo di esprimere al meglio e con serenità tutte le sue risorse. È per questo che durante gli incontri si possono mettere a fuoco quali strumenti compensativi o dispensativi utilizzare (nel rispetto della normativa 170/2010)
  • Sostegno alla genitorialità: comprendere e avviare un percorso di accettazione della diagnosi di disturbo dell’apprendimento da parte dei genitori è sicuramente uno degli elementi che più influenzano positivamente il percorso di consapevolezza del bambino.

Altri disturbi


Oltre al disturbo di apprendimento altre possono essere le situazioni alla base di uno scarso rendimento scolastico che attraverso la fase di conoscenza e di valutazione possono emergere.

  • Disturbo dell’apprendimento non verbale
  • Adhd
  • Ritardo cognitivo
  • Funzionamento intellettivo limite
  • Plusdotazione
  • Fattori psicologici o emotivi (ansia, depressione, fobie, pensieri ossessivi, disregolazione emotiva, disturbo oppositivo provocatorio…)